Dove: American Academy in Rome
Orari: Fino il 9 dicembre 2018, dal venerdì alla domenica dalle ore 16.00 alle 19.00.
Costo biglietto: gratuito
I visitatori dell’American Academy in Rome sono pregati di mostrare un documento d’identità all’ingresso. Non è possibile accedere con bagagli o zaini di dimensioni superiori a cm 40 x 35 x 15. Non sono disponibili armadietti né guardaroba.
L’esibizione parte di una serie di eventi aperti al pubblico presso l’American Academy in Rome per il 2018-19 che analizzano il corpo come luogo di soggettività e significato dall’antichità ad oggi, presenta una selezione di transfer da Polaroid prodotti da Gioli.
Intitolata Anthropolaroid//Antropolaroid, la mostra esprime non solo il virtuosismo tecnico dell’artista con questo mezzo ma anche le sue profonde meditazioni sulla forma umana come metafora di un corpo politico fratturato. Il catalogo che accompagna la mostra, dettagliatamente illustrato, include un testo aggiornato con un’intervista recente in cui l’artista parla della sua opera e di alcuni aspetti del suo metodo e anche del saggio “Antropolaroid”, pubblicato in italiano nel 1979 e qui tradotto per la prima volta in inglese.
L’artista italiano Paolo Gioli (n. 1942), che ha studiato pittura e nudo all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, si occupa da tempo del corpo umano. Come i suoi film sperimentali, che stabiliscono “un’analogia sostanziale tra la celluloide e l’epidermide come interfaccia sensibile tra l’io e il mondo esterno”, i transfer da Polaroid di Gioli usano il corpo e i suoi frammenti come mezzo per esaminare la storia e le fondamenta teoriche della fotografia, così come il dialogo di questa con il cinema, la tipografia e la pittura.
Dopo aver passato un anno a New York alla fine degli anni Sessanta, Gioli è tra i primi artisti a padroneggiare la tecnica dei transfer da Polaroid in seguito all’introduzione della pellicola istantanea SX-70 nel 1972. Da allora, Gioli produce una molteplicità di opere formalmente complesse con gli strati di gelatina e di colorante dell’emulsione Polaroid. Spesso usando camere con foro stenopeico ricavate dalla sua stessa mano e supporti di carta e seta non convenzionali, Gioli coniuga i procedimenti più basilari delle primissime tecniche fotografiche con un uso sofisticato della pellicola a fase unica creata dal fondatore della Polaroid Corporation, Edwin Land. Tra i tanti paradossi fecondi dell’opera di Gioli vi è il modo in cui egli crea immagini senza tempo condensando una vasta iconografia in una serie spontanea di abili operazioni con la pellicola istantanea.
La mostra è curata da Peter Benson Miller, Andrew Heiskell Arts Director all’American Academy in Rome, che ne ha curato anche il catalogo. Paolo Gioli è “Richard Grubman and Caroline Mortimer Photographer-in-Residence” all’American Academy in Rome per l’a.a. 2018-19. L’evento è parte della serie New Work in the Arts & Humanities: The Body.